La matematica «amica» di Emma Castelnuovo
Si è spenta domenica la «professoressa» centenaria che «svecchiò» l’insegnamento
dei numeri e della geometria in Italia. A dicembre aveva ricevuto il premio Nesi
di Paolo Conti
A dicembre le avevano assegnato il premio Nesi «per aver dedicato la sua vita e la sua intelligenza alla teoria e alla pratica dell’insegnamento attivo della matematica come componente imprescindibile della formazione culturale del cittadino consapevole». Motivazione più chiara, e intrisa di senso civile, non potrebbe esserci per la professoressa Emma Castelnuovo, arrivata alla tappa dei cento anni di vita, prima di spegnarsi nella sua casa di Roma domenica 13 aprile
LE RADICI FAMILIARI - Il caso di Emma Castelnuovo è davvero esemplare, persino nelle sue radici familiari. Nata nel 1913, è figlia di Guido Castelnuovo, grande matematico e statistico, e nipote di Federigo Enriques, matematico, storico della scienza e filosofo. Emma Castelnuovo si laureò nel 1936 in matematica con una tesi sulla geometria algebrica e cominciò subito a lavorare come bibliotecaria nell’Istituto matematico dell’università di Roma, che oggi porta il nome di suo padre. Vinse la cattedra di matematica nelle scuole medie ma fu sospesa pochi giorni dopo, per l’adozione della legislazione razziale, e quindi si dedicò alla scuola per ebrei. Partecipò anche all’Università clandestina per ebrei per il corso di ingegneria, ideato da suo padre. Finita la guerra e reintegrata nella scuola, Emma Castelnuovo insegnò regolarmente fino al 1979 concludendo la sua carriera al liceo Tasso di Roma.
VOCAZIONE MISSIONARIA - La professoressa Castelnuovo, esattamente come don Alfredo Nesi, ha avuto anche una vocazione missionaria. Infatti ha insegnato matematica in Africa, in particolare in Niger, convinta che la matematica sia «parte integrante dell’emancipazione umana». In una bella intervista rilasciata tempo fa da Emma Castelnuovo a Roberto Natalini e Maurizio Mattaliano, entrambi dell’Istituto per le Applicazioni del calcolo «Mauto Picone» del Cnr, e apparsa sul sito dell’Università Bocconi, si legge alla domanda: «A cosa serve oggi per lei la matematica nella società?», questa sua chiarissima risposta: «Mi sembra una domanda assurda perché lo sappiamo benissimo che serve moltissimo. Però l’insegnamento della matematica è rimasto molto arretrato. Non parlo dell’Italia ma di tutti i Paesi……oggi come oggi è la fantasia che occorre per fare il matematico. Con i mezzi formidabili che abbiamo, ci sono tante – e a volte troppe – informazioni e bisogna saperle scegliere,e ci vuole il posto per l’intuizione e la fantasia del matematico».
LA MATEMATICA «AMICA» DEI RAGAZZI - Al nome della professoressa sono intitolate, in Spagna, La sociedad madrilena de profesores de mathematicas Emma Castelnuovo, e in Italia L’Associazione amici di Emma Castelnuovo e la Fondazione Emma Castelnuovo per la didattica della matematica. Il 10 marzo 2009 è stata insignita dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana «Per la passione e l’impegno profusi nel suo lavoro, che le hanno permesso di elaborare proposte didattiche profondamente innovative». Si legge nella prefazione della prima edizione de «La geometria intuitiva» del 1948: « È necessario animare la naturale e istintiva curiosità che hanno i ragazzi, dagli undici ai quattordici anni, accompagnandoli nella scoperta delle verità matematiche, trasmettendo l’idea di averlo fatto per se stessi». Una considerazione modernissima, un’intuizione straordinariamente lungimirante. Forse in questa sola frase si raccoglie il senso di una vita di insegnamento: aiutare i ragazzi a capire che lo studio è fatto «per se stessi». Cioè per costruire la propria personalità e quindi il proprio futuro.
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